Come è stato dimostrato da uno studio del professor Gino Pangasio pubblicato a cura dell’importante istituto svedese di ricerca Dora Venter, ci sono solo due categorie di alunni, quelli che fanno i compiti e quelli che li copiano.
Il nostro Guido Pennisi, per esempio, se avete dato un occhio al nostro Cosa vuoi fare da grande, si trova ad affrontare una delle più dure prove a cui gli studenti di mezzo mondo devono sottostare. Il tema iniziatico Il mio compagno di banco.
Ma se anche tu, come Guido, fai parte del club dei copioni, in questi casi correrai il rischio di scrivere un tema che parla di te stesso come se tu fossi un’altra persona.
Orsù, quindi, gioca con noi, caro lettore, e dicci che scolaretto eri. Contribuisci pure tu a questa fondamentale ricerca scientifica. Eri candido come un giglio o giocavi sporco?
I risultati del nostro sondaggio saranno pubblicati a cura dell’istituto superiore di sondaggistica & terminologia Eurone 3001.
… solitamente io studiavo molto, essendo quasi sempre posizionato al centro della classe, durante le prove c’era un via-vai di notizie e bigliettini 😀 😀 😀
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in pratica, un addetto allo smistamento 😀
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Esatto! Poi però non mi hanno assunto alle Poste Italiane 😀
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🙂
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😉
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Io sono un caso patologico. Imparavo preparando i bigliettini e non trovavo mai il momento giusto per tirarli fuori, mi sembrava sempre che i prof guardassero me. Ma preparando i bigliettini studiavo e andavo bene.
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molto interessante, la cartucciera, insomma, fomenta la paranoia ma aiuta lo scolaretto ad avere una buona preparazione. Un epifenomeno che i nostri specialisti non mancheranno di studiare. 🙂
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Il mio apice è stato quando scrissi le formule di matematica nella parte interna della custodia rigida della calcolatrice, con la matita. Appena ho aperto per copiare, la parte gommata dietro la calcolatrice ha strisciato tutto. Credo sia stata l’ultima volta, dopo quella mi sono arreso.
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ahahah… 😀
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🙂
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Io ho copiato solo una volta!
Studiavo poco e andavo bene, ma quella volta mi fecero leggere un romanzo di cui non capii nulla (Ivanhoe di Scott, grandissimo romanzo, ma si sa, le letture imposte…) e copiai tutta la verifica dalla mia compagna di banco. 😦
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già, le letture imposte, purtroppo sono spesso indigeste, dannazione.
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Copiavo sempre e non per protesta, ma per amara necessità. Essendo alta, la mia preda preferita non era la compagna di banco, ma il/la malcapitato/a seduto davanti a me.
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eh già, gli spilungoni sono sempre stati avvantaggiati, a scuola. 🙂
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Ho copiato tantissimo l’analisi logica e grammaticale alle elementari. Pagine e pagine di “un”= articolo indeterminativo, maschile, singolare, “albero”= sostantivo maschile, singolare, e poi: soggetto, predicato, complemento oggetto, “risponde alla domanda “che cosa?”, “di chi?”, ecc, ecc. Un incubo.
Al liceo copiai la versione di greco, una volta. La giustificazione è che ero tornata dopo un mese di mononucleosi e non mi ricordavo nulla, ero deboluccia, ma mamma non voleva che perdessi un giorno di scuola di più. Era l’anno della maturità e la prof mi annullò il compito in classe dicendo che avrebbe fatto finta che non fossi venuta a scuola, quel giorno. Mai detto a mamma, ma in fondo è anche colpa sua!
Per il resto, ero una che ha fatto copiare con genorosità la mia compagna di banco, Claudia Margarita (che non so che fine abbia fatto). Nel silenzio dei compiti in classe si sentiva ad un certo punto un “SILVIA!” sibilato, ma che mi faceva sobbalzare. Che bei momenti. Ora sono nostalgica, grazie. 😀
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la nostalgia, questa specie di nostalgia che tu ci hai raccontato, è un sentimento che alla scuola elementare Attilio Regolo apprezziamo. Grazie a te e buone feste 😀
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